lunedì 17 dicembre 2012

PER USCIRE DAL RICATTO SALUTE /LAVORO.
MONSELICE COME TARANTO:

MARTEDI’ 18/12 TUTTI AL CONSIGLIO COMUNALE DI MONSELICE
di Francesco Miazzi, Beatrice Andreose,
comitati "Lasciateci respirare" ed "E noi?"



Appuntamento alle 19.30 in Piazza Mazzini per recarsi tutti insieme al Municipio
A seguito della riorganizzazione aziendale annunciata da Italcementi, con 665 esuberi e la chiusura dei forni di cottura di alcuni stabilimenti (tra i quali Monselice) nel territorio nazionale, è partita una campagna preordinata di attacco a quanti si sono opposti al progetto di "revamping" presentato dall'azienda. In realtà questo piano aziendale riguarda un quarto degli occupati in Italia ed è collegato al dimezzamento della produzione di cemento.
Questo fatto è stato volgarmente strumentalizzato dal Sindaco di Monselice, che ha orchestrato una violenta campagna di stampa contro Sindaci, Consiglieri Comunali, Comitati e cittadini, per aizzare i lavoratori nei confronti dei "nemici" del revamping.
A questa logica si è accodato anche il Sindacato, che anziché rivolgere la sua lotta contro l'azienda (il cui titolo ha guadagnato il 10-15% a Piazza Affari dopo l'annuncio della riorganizzazione), ha indetto un sit-in sotto il Consiglio Comunale alle ore 20.00 di Martedì 18 Dicembre.
Come ampiamente annunciato, l'obiettivo sono i Consiglieri Comunali che hanno proposto all'OdG due punti inerenti il nodo dei cementifici. Il primo relativo ad una verifica della conformità urbanistica degli stabili presenti negli impianti che dovrebbero ospitare le 225.000 t/a di rifiuti speciali. Il secondo, la richiesta di un controllo in continuo delle emissioni che fuoriescono quotidianamente dai camini dei cementifici.
L'obiettivo di questa campagna è di cercare di condizionare l'esito della sentenza del Consiglio di Stato che a giorni dovrebbe eprimersi sul pronunciamento del TAR Veneto che aveva accolto il ricorso dei Comuni di Este e Baone. Nei fatti si punta ad arrivare ad una resa dei conti con quanti si sono opposti al progetto di Italcementi e si stanno opponendo all'uso massiccio dei rifiuti nell'altro impianto di Zillo. Tutto questo, nei loro piani, passa anche attraverso l'intimidazione e il bavaglio ai Consiglieri Comunali che hanno espresso la loro contrarietà ai propositi del Sindaco e dei cementieri.
Ovviamente tutti hanno a cuore le sorti dei lavoratori, come altrettanto hanno a cuore la salute dei cittadini, in particolare quelli più esposti al forte inquinamento prodotto dai cementifici. Ma tutti i tentativi di aprire un dialogo e ricercare percorsi alternativi comuni, sono sempre stati rifiutati, privilegiando l'innalzamento dello scontro sociale, mirando a creare un'insanabile contrapposizione tra chi difende il posto di lavoro e quanti hanno a cuore la salute dei cittadini e il futuro del territorio.
Restiamo convinti che solo il dialogo e la ricerca di percorsi condivisi possa respingere le manovre di quanti, utilizzando la contrapposizione tra ambiente e lavoro, mirano nei fatti a favorire la trasformazione dei cementifici in smaltitori di rifiuti, garantendo una sorta di extra-territorialità ad impianti dove si può agire impunemente.
NON POSSIAMO ACCETTARE QUESTA LOGICA, COME NON VOGLIAMO SVENDERE LA NOSTRA SALUTE E IL NOSTRO TERRITORIO ALLE POLITICHE DELLE MULTINAZIONALI DEL CEMENTO. PER QUESTO INVITIAMO TUTTI I CITTADINI AD ESSERE PRESENTI AL CONSIGLIO COMUNALE DI MARTEDI' 18 A PARTIRE DALLE ORE 20.00

COMITATI “LASCIATECI RESPIRARE” – “E NOI?”


Lettera aperta al sindaco di Monselice

Solo persone accecate dall’ideologia e da un’insanabile malafede possono far credere che il revamping sia finalizzato a garantire l’occupazione. La ristrutturazione industriale presentata da Italcementi ha in realtà due scopi ben diversi: il primo è quello di rimanere per altri trent’anni a produrre all’interno del Parco Colli Euganei in spregio totale ad og
ni normativa dell’ente Parco che, all’art.18 del Piano Ambientale, lo esclude in modo molto netto. Il secondo obiettivo è quello di continuare a garantire un business miliardario, con l’utilizzo dei rifiuti e delle ceneri come materia prima, nel processo produttivo. Non lo sostengono gli ambientalisti estremi, egregio dott. Lunghi, ma gli stessi cementieri che si sono anche prodigati a sottolineare come, in caso di vittoria al Consiglio di Stato, comunque l’occupazione diminuirà. Dunque ad Italcementi non sta a cuore i suoi dipendenti quanto esclusivamente i suoi profitti. Sia chiaro che sul fronte opposto non ci sono solo gli ambientalisti ma anche la maggior parte dei residenti tra Monselice ed Este oltrechè le due amministrazioni di Este e Baone composte da persone votate come lei e, senza dubbio, non ascrivibili a fronti estremi dell’ambientalismo. Preoccupate, invece, dell’ambiente e della salute dei loro concittadini. A questo proposito, cosa mai il sindaco non interviene mai sui valori altissimi degli inquinanti che fuoriescono dai camini di Italcementi in queste ultime settimane?
A sostenere questa tesi vi sono inoltre ben due sentenze del Tar Veneto. Corte composta da giudici la cui missione è esclusivamente quella di far rispettare la legge. Quella stessa legge di cui anche gli amministratori dovrebbero farsi paladini per non discriminare una fetta di popolazione a vantaggio di un’altra. In quanto all’occupazione direi che il momento è maturo per convocare un tavolo dove tutte le parti coinvolte inizino a programmare un futuro economico radicalmente diverso da quello che ha caratterizzato sinora l’area tra Este e Monselice. Per quanto mi riguarda mi impegnerò su questo fronte affinchè l’ente di cui sono consigliera, il Parco Colli Euganei, convochi al più presto questo organo. Mi auguro di vederla presente e, soprattutto, propositiva. L’alternativa oggi è possibile. Basta solo cercarla.

Beatrice Andreose
Ex assessore all’ambiente di Este
Consigliera del Parco Colli Euganei





COMUNICATO STAMPA

Non si può certo negare che la notizia che Italcementi spegnerà definitivamente i forni per la produzione del clinker, abbia creato in tutti noi un sentimento di rammarico per quelle famiglie che da gennaio vedranno – come tante altre, purtroppo - il futuro più incerto.
 Il drastico calo nella produzione e consumo di cemento, le performances negative della multinazionale già note fin dallo scorso luglio ( fatturato in calo del 4,9%, profitto in calo del 59,8% e  indebitamento passato da 2,093 miliardi nel 2011 a 2,283 miliardi di euro nel 2012 ), nella logica aziendale hanno imposto una ristrutturazione e il conseguente taglio di posti di lavoro, a Monselice come nel resto degli stabilimenti italiani. Come per le altre realtà, comunque, i dipendenti potranno usufruire di tutte quelle opportunità che la legge prevede per fronteggiare analoghe situazioni di crisi.
Nello stesso tempo, la prospettiva ha generato in buona parte della popolazione un sospiro di sollievo, tanto più conoscendo la spropositata quantità di inquinanti che è uscita dai camini della cementeria e che, nelle ultime settimane, ha reso l’aria irrespirabile.
In ogni caso il nuovo scenario che, in questa momento di grave crisi economica, si delinea a Monselice dopo quasi 60 anni di immobilismo, suggerisce alcune considerazioni.
Monselice, ma è giusto considerare finalmente anche i Comuni vicini, godono di una posizione geografica invidiabile: la zona è baricentrica rispetto alle aree metropolitane di  Venezia e di Bologna, e quindi potrebbe risultare una posizione comoda per attività non invasive, ha ancora vaste zone dedicate all’agricoltura e ha un sito di importanza europea quali sono i Colli Euganei. Attivare opportune politiche di coinvolgimento concreto dei cittadini per generare  forme di “patto civile” in grado di smuovere anche le realtà più arretrate a livello istituzionale e consentire di realizzare un’economia più efficiente sotto il profilo delle risorse in grado di guardare al futuro dei nostri giovani, potrebbe essere una nuova sfida da raccogliere.

E’ necessario però un organismo  composta da persone competenti e disinteressate che siano in grado di rispondere in modo innovativo ai bisogni della comunità e che abbiano la capacità di progettare un futuro diverso da quello che finora ci è stato proposto. Gli esempi per sviluppare nuove idee  sono tantissimi, basta partire. 
Quelli che oggi accusano i Comitati e gli “estremisti ambientalisti” di non fare proposte, sono gli stessi che  per oltre un anno hanno partecipato, assieme ai Comitati, ai vari momenti di riflessione e confronto promossi dalle comunità parrocchiali, dove percorsi, ragionamenti, opportunità per uno sviluppo diverso sono emersi in modo concreto.
Noi infatti crediamo nel dialogo e  nel confronto leale per costruire con tutte le componenti sociali un futuro diverso per questo territorio, che metta al centro la salute e un’occupazione pulita, utile alla collettività e all’economia complessiva della nostra area.
Ma  i nostri Amministratori hanno la volontà di raccogliere questa sfida? Per ora sembrano  preferire la politica dello struzzo, soffiando sul fuoco delle tensioni sociali per imporre un’idea di sviluppo basata sul cemento e sull’uso dei rifiuti.

Comitati “E Noi?” e “Lasciateci respirare”
14-12-2012

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